Il Dr. Antonio Capalbo, consigliere nazionale NIDO, è tra gli autori delle “Raccomandazioni ESHRE per la gestione degli embrioni con mosaicismo cromosomico”, pubblicate oggi sulla rivista scientifica HUMAN REPRODUCTION OPEN. Queste raccomandazioni, dice Capalbo, attese da tempo, fanno finalmente chiarezza su questo noto fenomeno biologico che caratterizza i primi stadi di sviluppo embrionale, e forniscono degli utili suggerimenti per la gestione delle coppie che devono decidere sull’utilizzo clinico di embrioni apparentemente mosaici. In primis, le raccomandazioni invitano a definire questi embrioni come “presunti mosaici”, dal momento che potrebbero anche essere frutto di una variabilità tecnica e non solo biologica. Questo punto rinforza il concetto che una diagnosi conclusiva di mosaicismo in diagnosi preimpianto è ancora al momento non realizzabile. Inoltre, la revisione della letteratura dimostra come gli embrioni a basso grado di mosaicismo possono essere utilizzati clinicamente senza particolari considerazioni in quanto presentano tassi di impianto sovrapponibili agli euploidi nei trials clinici prospettici e, alle evidenze attuali, nessun aumentato rischio di generare una gravidanza cromosomicamente anomala se comparati con gli euploidi. Contestualmente, non c’è indicazione specifica ad eseguire diagnosi prenatale invasiva nelle gravidanze ottenute da trasferimento di embrioni con basso grado di presunto mosaico.
Queste raccomandazioni, conclude Capalbo, sono un utile strumento per un adeguato counseling delle coppie che al termine del loro percorso di PGT si ritrovano con embrioni a mosaico, e permetterà di evitare che, per errati pregiudizi, tali embrioni non vengano trasferiti.
Queste raccomandazioni, conclude Capalbo, sono un utile strumento per un adeguato counseling delle coppie che al termine del loro percorso di PGT si ritrovano con embrioni a mosaico, e permetterà di evitare che, per errati pregiudizi, tali embrioni non vengano trasferiti.